Dopo molti mesi fatti di giornate di lavoro intenso, alternate a lunghissime attese.
Dopo molti momenti di scoraggiamento alternati a meravigliosi attimi di pura euforia.
Dopo mille “non ce la faremo mai” alternati a “cazzo, si che ce la facciamo!”.
A quanto pare siamo arrivati in fondo. Quanto meno ora un fondo lo vediamo.
Non è sempre stato facile e molte volte il nervosismo ha vinto sulla calma, facendoci dire cose che si potevano anche non dire, ma in tutto questo non è mai mancato il rispetto delle idee e delle posizioni e soprattutto non è mai diminuito l’enorme affetto per le persone, anche quelle appena conosciute, che a questo progetto hanno lavorato e dato il loro contributo creativo. Tutte l’hanno dato. Nessuno escluso.
E così alla fine abbiamo bruciato la sedia, quella che ci ha accompagnati durante tutta la lavorazione. Un valore più che simbolico per me, che è diventato un valore simbolico anche per Graziano, il protagonista del film. Si capirà poi perché.
E dopo aver bruciato la sedia ed aver passato giorni e giorni al montaggio, non restava che un ultimo step: il commento sonoro.
Per quello è bastata una giornata di studio e la professionalità del musicista che ha suonato (e registrato) guardando il film. La prima volta per capire, la seconda e la terza per mettere i suoni che servivano. Perfetto.
E allora cominciamo con il ringraziare Lodi Rizzini per aver dato l’idea scrivendo un racconto, Roberto Cardia per essere stato l’occhio attento dello sceneggiatore e del regista, Sandro Broggini e Alessandra Stirpe per essere stati le orecchie finissime dei fonici di presa diretta, Antonio Meo per essere stato l’interprete visivo dell’operatore di ripresa, Graziano Ongetta per essere stato le parole che in sceneggiatura ci sono mancate, Marco Castiglioni per essere stato il sentimento musicale che ha messo i suoni proprio là dove dovevano andare.
E poi ci sarà altro tempo e altre occasioni per rinominare tutti. Ci vediamo per una prima da qualche parte.