Barbie. Ciò che all’inizio era un semplice giocattolo per ragazzine del ceto medio, oggi incarna i modelli estetici e le aspettative che sono imposte (o auto-imposte) alle donne.
Il progetto, in origine chiamato “Femme Ordinaire”, è rimasto nel cassetto fino a quando non è stato notato dalle galleriste Silvia Pettinicchio (Wannabee Milano) prima e Elena Ferrari (PasspArtout Milano) poi.
La prima vera mostra è stata Barbie-turici, collettiva di fotografia in Wannabee Gallery.
Le opere rappresentano varie forme di disagio femminile: la non accettazione del proprio corpo, la rabbia, la depressione, la dipendenza dai farmaci, il male di vivere. Le immagini sono forti, graffianti, fastidiose. Grattano sotto la superficie della indifferenza collettiva, delle convenzioni, dei perbenismi e espongono attraverso un linguaggio immediato e senza sconti realtà nascoste, spesso custodite come segreti vergognosi (dal comunicato stampa).
Alcune opere del progetto Barbieturici sono acquisite dal Fondo Malerba per la Fotografia Contemporanea