— BARBIETURICI —

Barbieturici © 2006-2013

“Da tempo volevo realizzare una mostra che facesse corrugare la fronte, causasse reazioni anche fisiche nel pubblico. Volevo che parte di quel disagio nascosto, del dolore, della disperazione muta di tante amiche, figlie o sorelle, venisse condiviso da chi solitamente sceglie di ignorare, o semplicemente non sa. (...)" dal comunicato stampa di "Barbieturici"

 

Barbie-turici / Plastic Heart

Fotografie e video. Tecnica e misure varie.

 

Il progetto Barbieturici (con o senza trattino) è un lavoro durato a lungo. Uno di quei lavori che non sai mai se hai finito davvero. Iniziato in Francia, per caso, un po' per provocazione e tanto per esorcismo: Barbie è decisamente inquietante.

E' partito con delle fotografie stampate su carta, poi alluminio, poi plexiglass e poi è diventato anche video.

“Per il titolo della mostra, abbiamo giocato con il nome della bambola che per intere generazioni ha simboleggiato la donna perfetta - dice Silvia Pettinicchio, fondatrice della galleria Wannabee e ideatrice dell'iniziativa - Ciò che all’inizio era un semplice giocattolo per ragazzine del ceto medio, oggi incarna i modelli estetici e le aspettative che sono imposte (o auto-imposte) alle donne."

E continua:

"Le opere rappresentano varie forme di disagio femminile: la non accettazione del proprio corpo, la rabbia, la depressione, la dipendenza dai farmaci, il male di vivere. Le immagini sono forti, graffianti, fastidiose. Grattano sotto la superficie della indifferenza collettiva, delle convenzioni, dei perbenismi e espongono attraverso un linguaggio immediato e  senza sconti realtà nascoste, spesso custodite come segreti vergognosi."

 

Vogliamo parlare poi della morte di Barbie? E' una piccola serie di immagini e un video di pochi secondi intitolati "Barbiecidio" ... ma non li ha voluti nessuno.

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ROBERTO CONTINI PHOTOGRAPHY & VIDEO

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